Le tecniche satellitari, come i sistemi GNSS ma anche l’InSAR, sono estremamente utili, non solo per studi di deformazione crostale legati alla tettonica, ma anche per il monitoraggio attivo di fenomeni franosi o di fernomeni deformativi legati a depositi sotterranei di stoccaggio, dove l’iniezione o l’estrazione di materiale (gas, CO2, ecc.) può determinare il ringonfiamento o la depressione del terreno soprastante.

In questo articolo spieghiamo come il monitoraggio geodetico sia complementare a quello sismico per la caratterizzazione della deformazione relativa ai movimenti di stoccaggio di gas nel sottosuolo. Proprio come le power bank immagazzinano energia o i laghi artificiali immagazzinano acqua per un uso successivo, i giacimenti di idrocarburi esauriti, come quello studiato nell’articolo, vengono utilizzati per immagazzinare gas da sfruttare in seguito.

Dal 2017 la stazione geodetica LODI (nella foto), collocata sopra il reservoir, ci da informazioni 24/24h su come si deforma il terreno.

Se volete saperne di più, ecco qui l’articolo, appena pubblicato su Earth and Space Science:

Priolo, E., Zinno, I., Guidarelli, M., Romanelli, M., Lanari, R., Sandron, D., Garbin, M., Peruzza, L., Romano, M.A., Zuliani, D., Tunini, L., Magrin, A. (2024). The birth of an underground gas storage in a depleted gas reservoir— Results from integrated seismic and ground deformation monitoring. Earth and Space Science, 11, e2023EA003275. https://doi.org/10.1029/2023EA003275.